“Frezzaria”

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“Frezzaria”

28/09/2018

La Frezzaria è una strada che si snoda tra il campo San Fantin, dove si affaccia il teatro “La Fenice”, e la piazza San Marco. Il toponimo deriva dal fatto che, ai tempi della Serenissima, lungo questa via si trovavano, oltre ad alcune botteghe artigiane, numerose fabbriche e botteghe di frecce. Per molti secoli è stato il percorso più breve tra il campo San Luca e piazza San Marco, ovvero fino al 1863 quando fu aperto il Bacino Orseolo.
Lo storico italiano Marco Antonio Cocci meglio conosciuto come Sabellico, vissuto nella seconda metà del '400 e morto a Venezia nel 1506, aveva nominato la Frezzaria “vicus sagittarius”.

I veneziani esperti saettatori

Secondo alcune leggi promulgate nel XIV secolo, i veneziani di tutte le classi sociali, di età compresa tra i 16 e i 35 anni, dovevano esercitarsi settimanalmente a tirare con la balestra e, affinchè nessuno sfuggisse a questo obbligo, venivano nominati dei “capi contrada” che provvedevano ad iscrivere tutti gli uomini della loro zona dividendoli in gruppi da mandare ogni settimana a “frecciare al bersaglio”. Ai giovani del popolo erano assegnati i giorni festivi mentre i nobili si esercitavano in altre giornate. Il raduno, prima della partenza, si faceva a San Marco al suono di un'apposita campana. Il luogo prescelto per il tiro al bersaglio era la spiaggia del Lido di Venezia dove si disputavano vere e proprie gare ed il vincitore riceveva un premio. Per raggiungere la destinazione i gruppi si imbarcavano a San Marco, solitamente dopo mezzogiorno, in particolari barche dette “granzaroli” e a vogare erano gli stessi saettatori. Dai vari punti della città si poteva raggiungere comodamente la Frezzaria ed acquistare le frecce anche prima di salpare.

Dalle armi bianche a quelle da fuoco

Si legge in una nota dello storico veneziano Marin Sanudo, nato e vissuto a Venezia (1466-1536), che dal 3 giugno 1514 si stabilì di tirare con gli archi anziché con le balestre, perché le “freze di balestra non erano perfete”. Successivamente, per decreto del Consiglio dei Dieci, si iniziò a tirare con “schiopeti et archibusi” e, col passar del tempo, rimasero in vigore solo gli “esercizii a fuoco, che specialmente dai bombardieri si facevano così al Lido, come in appositi punti della città”.

Una calle, una storia: viaggio tra i toponimi veneziani alla scoperta del passato della Serenissima

 

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